Il 27 febbraio 2019 presso la Camera di Commercio di Taranto, si è tenuto l’evento formativo “Turismo 4.0” organizzato dal Punto Impresa Digitale – PID della Camera di commercio di Taranto, insieme a PA Social – Coordinamento regionale Puglia-Basilicata. Noi eravamo lì, infiltrati speciali per supportare la nostra Rossana Turi che ha partecipato e organizzato l’evento in qualità di Digital Promoter della Camera di Commercio ed ha aperto le danze presentando brevemente il mondo del turismo digitale, prima di lasciare la parola ai tre relatori: Roberta Milano, Fabio Viola e Michele Cignarale.

Ma partiamo dall’inizio.
Ormai la maggior parte di noi utilizza la rete per prenotare un viaggio, per scegliere la meta in cui dirigersi e anche per orientarsi in loco. “Il turista NON digitale è in via d’estinzione, un po’ come i panda” ha scherzato Rossana effettuando una considerazione estremamente veritiera. Addirittura, come riportano dei dati dell’Osservatorio di Innovazione Digitale sul Turismo del PoliMi, solo il 2% dei turisti tra i 18 e i 75 anni non ha utilizzato internet per cercare informazioni relative al proprio viaggio. Questo ci rende partecipi del fatto che il mondo del turismo è ormai completamente cambiato e chi rimane indietro è perduto. È necessario che chi si occupa di turismo acquisisca e migliori le proprie competenze digitali per riuscire a destreggiarsi dignitosamente nella giungla del turismo internazionale.

Roberta Milano, docente universitaria presso l’Università di Genova e Direttore scientifico Italia di BTO Buy Tourism Online, ha mostrato la differenza tra la visione del turismo all’estero e nel nostro Paese. All’estero esiste la concezione che il turismo sia un’industria, visione che in Italia tarda ad arrivare.
Durante il suo contributo ha parlato della nostra epoca come quella delle connessioni, di oggetti che parlano con altri oggetti. Un’ espressione che può spiazzare i non addetti ai lavori ma, in realtà, si tratta di IOT (Internet of Things) un concetto con il quale ci interfacciamo quotidianamente e molti di noi non se ne rendono ancora conto. L’esempio più lampante fornito da Roberta Milano alla platea riguarda il boarding pass. A tutti sarà capitato, per comodità, di usufruire di questo sistema che rappresenta proprio l’incontro tra due oggetti che dialogano tra loro, per la validazione del biglietto di viaggio. Insomma, ci ha descritto l’immagine di un futuro legato al turismo che è già presente. Se riusciamo ad accettare che il mondo cambi, sicuramente riusciremo ad adattarci alla modernità e al futuro.

Il contributo di Fabio Viola, archeologo di formazione ma game designer di professione, si è focalizzato sull’importanza di creare nuovi immaginari turistici. Sull’importanza delle industrie creative come strumento per modellarli.

Fabio Viola crede fortemente nel gioco e più in particolare nel videogioco come richiamo turistico. Infatti ha creato un nuovo modo di intendere la cultura e l’arte racchiusa nei musei, è stato il primo a progettare videogiochi che raccontassero un museo dall’interno e che creassero incoming turistico e lo ha fatto prima con Father and son, videogioco ambientato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli e poi con con Past for future, ambientato a Taranto e nel Museo Archeologico Marta. Sono progetti ambiziosi che hanno ricevuto feedback positivi. Nei primi 22 mesi dal lancio Father and son ha ricevuto circa 4 milioni di download in tutto il mondo, mentre Past for future – lanciato a dicembre – ha ottenuto circa 27 mila download.
Quindi permettere ad un utente, magari straniero, di interfacciarsi con delle realtà a lui lontane, attraverso lo schermo del suo smartphone o di un pc, può consentirgli davvero di avvicinarsi a quel mondo e di accendere in lui la curiosità di volerlo scoprire.
Nella nostra epoca in cui si preferisce restare sul proprio divano di casa, ad esempio per guardare una serie TV su Netflix, il gioco può realmente essere capace di incentivare un’educazione alla cultura appassionando i giovani e proponendo loro videogiochi, come ha fatto Fabio Viola, o magari citygame con percorsi che uniscano l’aspetto ludico alla scoperta del proprio territorio.

Infine, per Michele Cignarale alla base del suo progetto TBoxChain c’è la blockchain che non è altro che “la ri-distribuzione di valore all’interno delle comunità in maniera condivisa”.
Ma da cosa parte la sua idea?
Dal voler mettere fine alle false recensioni e lo fa attraverso l’utilizzo di una scatola che si propone come l’anello di congiunzione tra la vita reale e la vita digitale. Permette di rilevare l’effettiva presenza di un cliente/utente in un determinato luogo e, solo dopo aver verificato la sua identità, gli permette di procedere con la stesura della recensione.
È un meccanismo che si prefigge di generare dei modelli di visita virtuosi e un collegamento tra il patrimonio culturale e i sistemi di accoglienza, facendo sentire il visitatore al sicuro. Perché far parte di TBoxChain vuol dire sentirsi parte attiva di una comunità.

Infine, mi piacerebbe dedicare l’ultima riflessione al claim dell’evento: “Innovare. Intrattenere. Promuovere.”
Tre parole d’impatto che vanno a colpire nel segno ciò di cui necessita il turismo in Italia. Ma soprattutto nel nostro territorio, perché innovare vuol dire riuscire a richiamare un più vasto bacino di utenza; intrattenere vuol dire lasciare al turista un buon ricordo e quindi fidelizzarlo e promuovere è sinonimo di rinascita territoriale.
Taranto è una città con un altissimo potenziale, basterebbe che ognuno di noi partisse con una piccola innovazione personale per provare a farla risplendere.

Silvia Palmieri